ACCADEMIA IN CENTRO – Raccolta firme per riportare l’Accademia in centro storico

L’Associazione Culturale Dis-ORDINE sulla questione sollevata dalla lettera aperta al Sindaco di Ravenna da alcuni studenti sul futuro dell’Accademia, pubblicata il 24 gennaio 2017 su Carlino e Corriere, dirama questo comunicato assieme alle librerie della città Libreria Longo via Diaz, Libreria Feltrinelli via Diaz, Libreria Modernissima via Ricci presso le quali, a partire dai prossimi giorni, partirà una raccolta firme a sostegno dei problemi enunciati.

La nascita dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, decisa nel lontano 1827, fu il risultato dell’evoluzione della comunità ravennate in seguito alle sollecitazioni della storia (soprattutto la dominazione francese e le modificazioni della sua struttura economica) e all’affermazione di una cultura in qualche modo finalmente laica e borghese. Per il Cardinale Rivarola delegato pontificio e i nobili locali l’insegnamento delle belle arti avrebbe migliorato la qualità dei mestieri, delle arti in generale e in particolare di quelle applicate, favorito, come scrissero in quell’occasione,”l’utilità e il decoro“. Oggi diremmo “economia ed estetica”, “sviluppo economico e bellezza”.

Decisiva per la riuscita del progetto fu la decisione di accorpare l’Accademia e la futura Pinacoteca nella fabbrica stessa del Monastero di Classe, che in continuità con la dominazione francese, era stata intelligentemente riconfermata di proprietà comunale. Fu in questo modo creato un vero e proprio centro propulsore di cultura straordinariamente attivo in tutto il secolo seguente: accanto all’Accademia e alla sua Pinacoteca con la riforma Gentile aprì anche il Liceo Artistico e nel ’24 con l’istituzione della Scuola del Mosaico venne definita una volta per tutte la vocazione assolutamente primaria ed esclusiva di Ravenna e dell’Accademia attorno al tema del Mosaico: restauro dei monumenti, loro valorizzazione, affermazione del mosaico come codice espressivo autonomo e infine dialogo e collaborazione stretta con la ricerca artistica italiana e mondiale e quindi forte sviluppo dell’attività produttiva sia nel corso degli anni trenta e quaranta, prima con la Scuola Bottega del Mosaico, poi col Gruppo Mosaicisti sempre all’interno della fabbrica classense.

Grazie a tutto questo, nel secondo dopoguerra Ravenna riuscì a presentarsi al mondo come la capitale del mosaico, non solo per i cicli musivi delle nostre basiliche e battisteri, finalmente e adeguatamente restaurati e narrati, ma soprattutto per un’offerta formativa unica al mondo, relativa a questa nobile: Accademia di Belle Arti, Laboratorio comunale Tesselle, Istituto Statale d’Arte Severini, Corsi di Formazione professionale, Corsi estivi Cism, Scuola del Restauro della Soprintendenza, senza contare un numero considerevole di botteghe private attive nel settore del restauro e della decorazione architettonica. Un’offerta formativa quindi molto articolata: dal livello primario a quello universitario o post universitario rivolta agli studenti italiani e stranieri.

Non è questo il momento di spiegare come questo primato, ancora attivo e fiorente negli Anni ’80, si sia progressivamente impoverito al punto che quei percorsi formativi sono stati TUTTI chiusi e la storica Accademia di Belle Arti di Ravenna ha subito due traslochi, prima alla Loggetta Lombardesca nel 1970, poi, separata dalla Pinacoteca, allontanata definitivamente dalla città in zona industriale e cimiteriale.

Oggi, dopo le denuncie e le segnalazioni da parte degli studenti e tenendo conto delle dichiarazioni del Sindaco De Pascale e della nuova giunta sulla cultura e sul mosaico come fattori determinanti per il futuro della nostra città, crediamo sia il momento di mobilitare tutta la cittadinanza attorno all’obiettivo inprocrastinabile e simbolico di riportare l’Accademia in centro a Ravenna in uno degli edifici nobili e prestigiosi di pubblica proprietà (Palazzo Rasponi, Palazzetto Anagrafe, Palazzo del Mutilato o altro), rifondando con forza la sua autonomia e il rilancio della sua storica vocazione, attraverso una riorganizzazione didattica dei programmi verso definiti obiettivi professionali e di mercato. Questo obiettivo stimolato dalla nostra Associazione, potrà essere realizzato tuttavia solo col sostegno e la collaborazione di una cittadinanza attiva e consapevole a cominciare dalla sottoscrizione di impegno presso le librerie di Ravenna.

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Dis-ORDINE

Mariella Busi, Marcello Landi, Fulvio Fiorentini, Giuliano Babini, Elena Pagani, Daniela Caravita, Dusciana Bravura, Stefano Cangini, Elisa Simoni, Federico Zanzi, Anna Togni, Agnese Navoni

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