
Mariella Busi, Elena Pagani, Marcello Landi, Giuliano Babini, Giulia Baschetti e Angela Tramarin. Foto di Fabrizio Zani
Totò e Mulas, due geni uniti nel mosaico. Un ritratto del principe della risata tratto da un’immagine del grande fotografo del ‘900.
Si aggiunge un nuovo tassello nell’opera di valorizzazione del grande Totò da parte dell’Associazione Dis-ORDINE di Ravenna. Da ieri infatti è partito il progetto per la realizzazione di un mosaico che, per la prima volta, riprodurrà una fotografia di un altro ‘big’, Ugo Mulas: un ritratto del ‘principe della risata’, filosofo e poeta, del 1957. La data di inizio dei lavori non è casuale visto che ieri ricorrevano i 123 anni dalla nascita di Totò, avvenuta il 15 febbraio 1898. Il gruppo di lavoro, coordinato da Giuliano Babini ed Elena Pagani, ce la metterà tutta per terminare il mosaico di 50 x 68 cm, entro il 2 marzo, data in cui si è spento Mulas nel 1973, ma sarà impresa quasi improba rispettarla.
«Ciò che più conta è l’obiettivo che si siamo dati, racconta Marcello Landi Presidente del Dis-ORDINE. Tutto è nato grazie all’amica avvocato Silvia Stabile che ci ha messo in contatto con Carmela e Valentina Mulas, che dirigono a Milano la Fondazione intestata al padre. Sono state le figlie del grande fotografo a segnalarci di aver trovato delle foto realizzate dal padre a Ravenna negli Anni Sessanta per il libro “Ravenna una capitale”. Mulas ha dato il a un nuovo modello culturale che ha aperto nuove frontiere all’arte, perché è stato il primo a documentare non solo le opere, ma anche gli artisti al lavoro e, quindi, i luoghi dell’arte. Uno su tutti, Andy Warhol». Restano memorabili foto come quella in cui Alexander Calder salta giocosamente attorno ai suoi mobiles, Duchamp fuma pensieroso nel suo appartamento, Fontana taglia la tela poi indietreggia di fronte all’opera compiuta, solo per citarne alcune.
«Alla fine abbiamo scelto di riprodurre in mosaico una sua celebre foto di Totò, aggiunge Landi, a poche settimane dell’uscita del libro “San Totò” di Paolo Isotta, scomparso proprio in questi giorni, che santifica l’artista, cosa che era mancata quando era in vita. Da oltre dieci anni Ravenna rende omaggio a Totò, legato alla nostra città per discendenza, in quanto ultimo principe di Bisanzio ed Esarca. Nel 2009, quando al cimitero di Napoli fu rubato lo stemma di famiglia contattai la figlia Liliana per proporne uno sostitutivo in mosaico, Poi però fu ritrovato. Nel 2010 con il Liceo Artistico realizzammo una grande opera dedicata a Totò in cui il principe è raffigurato fra i dignitari di Bisanzio assieme a Giustiniano da regalare alla città di Napoli per il Museo dedicato a Totò. Gli eredi apprezzarono moltissimo l’opera ma ci dissero di attendere l’apertura del museo nel luogo già individuato del sontuoso Palazzo dello Spagnuolo a Napoli. Sogniamo ancora di poterlo consegnare quando finalmente sarà aperto il Museo in suo onore. A Totò animalista nel 2019 abbiamo dedicato la targa “Ospizio dei Trovatelli” all’ingrasso del Canile di Ravenna. Senza dimenticare infine l’opera street art “Totò in bicicletta”, realizzata in via IV novembre a Ravenna che poi è stata fotografata ed è diventata la copertina del libro “Totò metà-fisico” di Antonello Buffardi.»
E ora, mescolando sapientemente più generazioni, alcune giovani ‘fresche’ di Accademia guidati da maestri d’esperienza, l’Associazione Dis-ORDINE sta preparando questa nuova opera, in bianco e nero, con l’utilizzo di materiali naturali come il marmo per far vedere le virtù della famosa scuola locale. «Vorremmo fosse il testimone, spiega Landi, di un percorso in grado di restituire a Ravenna la nomea di ‘capitale del mosaico’, elemento caratteristico della propria identità, che si è un po’ perduta a causa della globalizzazione. Per presentarla al pubblico l’occasione potrebbe essere una nuova Biennale del mosaico e anche una bella mostra dedicata alle foto ravennati di Mulas che la Fondazione è d’accordo a concederci».
Roberta Bezzi
Ravenna celebra Totò: al via il mosaico dedicato al Principe da una foto di Ugo Mulas

Fabrizio Zani fotografa Mulas